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Malattia di Parkinson

Anziano Parkinson

La malattia di Parkinson è un disturbo neurologico cronico progressivo che colpisce principalmente il sistema nervoso centrale.

È caratterizzata da una diminuzione graduale della produzione di dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nel controllo dei movimenti volontari. La mancanza di dopamina causa un’alterazione nella comunicazione tra le cellule nervose, portando a una serie di sintomi motori e non motori.

I fisioterapisti possono utilizzare una varietà di tecniche per aiutare i pazienti con Parkinson a migliorare il controllo motorio e l’equilibrio, incluso il sistema Policettivo® che offre la possibilità di usare esercizi propriocettivi mirati,  esercizi di stretching, esercizi di resistenza, esercizi di equilibrio e coordinazione, nonché tecniche di riabilitazione specifiche come la terapia con il trambusto o il tapis roulant. La terapia fisica può essere personalizzata in base alle esigenze individuali dei pazienti e può essere adattata nel corso della progressione della malattia.

Più professionisti contro il Parkinson

Il trattamento della malattia di Parkinson è multidisciplinare e può coinvolgere una combinazione di farmaci, terapia fisica, terapia occupazionale, terapia del linguaggio e interventi chirurgici in casi selezionati. La terapia fisica è spesso raccomandata per migliorare la forza muscolare, l’equilibrio e la coordinazione motoria, riducendo così il rischio di cadute e migliorando la qualità di vita complessiva dei pazienti.

Parkinson

I sintomi motori del morbo di Parkinson includono:

  1. Tremore a riposo: è uno dei sintomi più riconoscibili, solitamente inizia con un tremore lieve o moderato in una mano, un braccio o una gamba quando la persona è a riposo.
  1. Ridotta mobilità e rigidità muscolare: i pazienti con Parkinson spesso sperimentano una sensazione di rigidità muscolare, che può rendere difficili i movimenti e rallentare la mobilità generale.
  1. Bradykinesia (movimenti rallentati): i pazienti possono avere difficoltà a iniziare un movimento, come alzarsi da una sedia o iniziare a camminare. Anche i movimenti più semplici possono richiedere più tempo ed essere meno fluidi.
  1. Instabilità posturale: molte persone affette da Parkinson sperimentano problemi di equilibrio e instabilità. Possono avere una postura inclinata e possono essere inclini a cadute.
  1. Alterazioni della marcia: la marcia può diventare lenta, piccoli passi possono essere presi, e può esserci una perdita del normale movimento oscillatorio delle braccia durante la deambulazione.

Oltre ai sintomi motori, il Parkinson può anche causare una serie di sintomi non motori, come depressione, ansia, disturbi del sonno, problemi cognitivi e difficoltà nella sfera autonoma.

È importante sottolineare che la malattia di Parkinson è una condizione complessa e il trattamento dovrebbe essere supervisionato da un team di professionisti sanitari, inclusi neurologi, fisioterapisti e altri specialisti, per garantire un approccio globale ed efficace alla conservazione delle abilità fisiche e del benessere del paziente, soprattutto nelle facoltà di autonomia delle attività personali, lavorative e domestiche della vita quotidiana.

Parkinson e le sue implicazioni fisiche, soprattutto a livello motorio e di stabilità nell'equilibrio

Gli esercizi propriocettivi sono un componente importante della terapia fisica per i pazienti affetti da Parkinson, in quanto possono aiutare a migliorare l’equilibrio, la stabilità e il controllo degli schemi motori. Il sistema Policettivo, applica il metodo Policettivo, che si basa su esercizi specifici in grado di migliorare l’equilibrio e la propriocettività, che si riferisce alla capacità del corpo di percepire la posizione, il movimento e la tensione dei muscoli e delle articolazioni.

Nel caso del Parkinson, i disturbi motori e l’instabilità posturale possono essere attribuiti a problemi nella trasmissione delle informazioni sensoriali e nella regolazione dei movimenti da parte del sistema nervoso centrale. Gli esercizi propriocettivi mirano a stimolare e migliorare l’integrazione sensoriale e motoria per compensare queste difficoltà.

I fisioterapisti possono utilizzare una serie di esercizi specifici per l’equilibrio e il controllo degli schemi motori nei pazienti con Parkinson. Alcuni esempi includono:

  1. Esercizi di bilanciamento statico: il paziente viene posto in diverse posizioni di equilibrio, come stare su un piede solo o in posizioni sfidanti, e viene incoraggiato a mantenere l’equilibrio il più a lungo possibile. Molti di questi esercizi, nel metodo Policettivo®, utilizzano speciali cuscini che permettono una somministrazione selettiva dell’instabilità del corpo e propriocettiva. Ciò aiuta a rafforzare i muscoli stabilizzatori e a migliorare la consapevolezza corporea.
  1. Esercizi di bilanciamento dinamico: coinvolgono movimenti di trasferimento del peso da un piede all’altro, esercizi di inclinazione del corpo e movimenti coordinati. Questi esercizi possono essere eseguiti utilizzando GKBOX®, anche in abbinata ai cuscini Policettivi® e mirano a migliorare l’equilibrio durante la deambulazione e altre attività motorie quotidiane.
  1. Esercizi di coordinazione motoria: includono movimenti complessi che coinvolgono sia la parte superiore che quella inferiore del corpo. Questi esercizi possono aiutare a migliorare la coordinazione degli arti, l’agilità e la capacità di adattarsi a cambiamenti improvvisi nel movimento.
  1. Esercizi di resistenza: l’allenamento della resistenza mira a migliorare la forza muscolare e l’endurance. Muscoli più forti possono contribuire a compensare la debolezza e la rigidità tipiche del Parkinson, migliorando la stabilità e la capacità di movimento.

Il sistema tonico posturale, che comprende la rete di muscoli posturali del corpo, gioca un ruolo fondamentale nella regolazione e nel mantenimento dell’equilibrio. Nel Parkinson, il sistema tonico posturale può essere compromesso, contribuendo all’instabilità posturale e alla ridotta capacità di mantenere una postura eretta.

La riabilitazione si concentra sulla rieducazione del sistema tonico posturale per migliorare l’equilibrio e la stabilità. Ciò può includere esercizi specifici per rinforzare i muscoli posturali, promuovere una corretta allineamento corporeo, migliorare la coordinazione tra i muscoli agonisti e antagonisti e favorire la consapevolezza posturale.

I fisioterapisti possono utilizzare tecniche come il rilassamento miofasciale, la mobilizzazione articolare e il controllo neuromuscolare per influenzare il sistema tonico posturale attraverso il metodo Policettivo®. Ad esempio, attraverso la mobilizzazione articolare, è possibile migliorare la flessibilità e l’ampiezza di movimento delle articolazioni coinvolte nella postura e nell’equilibrio. Il rilassamento miofasciale, invece, può aiutare a ridurre la tensione muscolare e migliorare la mobilità.

Inoltre, i fisioterapisti possono utilizzare tecniche di rieducazione motoria, come il metodo Policettivo®, concetto Bobath o il metodo Feldenkrais, per promuovere la consapevolezza del corpo, migliorare l’allineamento posturale e favorire l’integrazione di schemi motori corretti.

È importante sottolineare che la riabilitazione per il Parkinson è altamente personalizzata in base alle esigenze individuali del paziente. I fisioterapisti valutano attentamente i sintomi e le difficoltà specifiche del paziente e sviluppano un piano di trattamento personalizzato che può includere una combinazione di esercizi propriocettivi, tecniche di rieducazione motoria e altre modalità terapeutiche.

La regolarità e la continuità degli esercizi e delle terapie sono fondamentali per ottenere risultati positivi. La riabilitazione fisioterapica può contribuire a migliorare l’equilibrio, la stabilità e il controllo motorio dei pazienti affetti da Parkinson, consentendo loro di svolgere le attività quotidiane in modo più indipendente e sicuro.

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Tensione Muscolare, Emicrania, Trigger Point Miofasciali, Cefalea a Tensione, Nevralgia Occipitale
Mal di Testa Cronico? cefalee o emicranie? Scopri il coinvolgimento della Galea Capitis.

La galea capitis è uno strato di tessuto fibroso e resistente che ricopre il cranio, situato sotto la cute. Fa parte dell’aponeurosi epicranica, un’espansione tendinea dei muscoli frontale e occipitale. Le sue funzioni principali sono facilitare il movimento dei muscoli del cuoio capelluto e fornire un cuscinetto protettivo per il cranio.

Tuttavia, la galea capitis gioca anche un ruolo chiave in varie condizioni legate al mal di testa. Quando i muscoli del cuoio capelluto sono tesi o contratti, possono esercitare trazione sulla galea capitis, causando dolore e cefalea. Questa struttura può essere coinvolta nell’emicrania, nella cefalea a tensione, nella nevralgia occipitale e nella cefalea cervicogenica.

La galea capitis può sviluppare trigger point miofasciali, nodi dolorosi nei muscoli o nei tessuti connettivi, che contribuiscono alle cefalee. Le terapie per alleviare la tensione sulla galea capitis includono massaggi, rilassamento muscolare e rilascio dei trigger point.

Inoltre, la galea capitis riveste un’importanza cruciale in interventi di chirurgia plastica come i trapianti di capelli e i lifting del viso, consentendo la corretta mobilizzazione e ricostruzione dei tessuti del cuoio capelluto.
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